Proprietà epatoprotettrici di estratti vegetali Protezione epatica e miglioramento strutturale: Melcalin Epadox

Indice
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    Introduzione

    Le attività svolte dal fegato nell’oganismo sono molteplici e comprendono l’immagazzinamento del glicogeno (Gly)1, la sintesi delle proteine del plasma tra cui l’albumina e fattori di coagulazione, la produzione di bile, la disintossicazione da tossine, scorie ed altri elementi nocivi introdotti nell’organismo con l’alimentazione o a causa dell’inquinamento ambientale ed è essenziale nel metabolismo dei farmaci (il fegato rende questi composti idrosolubili facilitandone l’eliminazione renale).

    Viste le molteplici azioni che questo importante organo svolge è necessario preservarne lo stato funzionale con uno stile di vita corretto e qualora questo non fosse sufficiente si può integrare l’alimentazione con prodotti specifici che aiutino a mantenerne o addirittura a migliorarne l’architettura. Ci sono piante di provata efficacia per le problematiche epatiche come la cicoria, la curcuma e l’artemisia che possono essere indicate quando la funzionalità epatica sia compromessa o semplicemente quando il fegato si trovi in una situazione di sovraccarico di lavoro a causa per esempio di una terapia farmacologica. E’ noto che la maggior parte dei farmaci viene metabolizzata a livello epatico per cui ogni farmaco fa aumentare il lavoro del fegato e tanto maggiore è l’associazione di farmaci in una polifarmacoterapia tanto maggiore sarà il sovraccarico a cui quest’organo dovrà far fronte. Si è stimato che il danno epatico indotto da farmaci rappresenta fino al 7% di tutte le reazioni avverse che queste sostanze possono causare: questo perché i farmaci sono in grado di provocare danni diretti agli epatociti, ai dotti biliari e alle strutture vascolari e possono interferire con il flusso della bile. Pertanto un’integrazione con prodotti vegetali rappresenta un ottimo supporto naturale soprattutto nel caso in cui ci si trovi a dover affrontare una terapia farmacologica.

    Funzione di sintesi (metabolismo proteico, glucidico e lipidico)

    Il fegato è importante per il metabolismo proteico: al contrario delle cellule muscolari che sintetizzano proteine per il loro uso esclusivo, gli epatociti sintetizzano proteine importanti per le funzioni di tutto l’organismo infatti la maggior parte delle proteine circolanti è sintetizzata proprio da quest’organo. A livello epatico vengono prodotte proteine di trasporto (albumina, transferrina, lipoproteine), proteine del sistema immunitario (proteine del sistema del complemento, proteine della fase acuta) e fattori di coagulazione. Una proteina sintetizzata durante un evento acuto è la proteina C-reattiva la cui produzione epatocellulare è stimolata in modo importante da citochine proinfiammatorie quali TNF-alfa, IL-6 e IL-125 mentre una delle proteine più abbondanti nel plasma, la cui produzione riflette la capacità di sintesi epatica, è l’albumina che tra le diverse azioni svolge anche la funzione di trasporto e di mantenimento della pressione oncotica intravascolare (vd Albumina: Azioni e Alterazioni. Benefici di una supplementazione con albumina tamponata: Pralbumina www.portaledinu.it/press).

    Il fegato è essenziale per il metabolismo dei carboidrati: al fine di mantenere costanti i livelli di glucosio all’interno del range fisiologico, il fegato funziona come struttura in grado di stoccare e cedere glucosio al bisogno. Il glucosio una volta nel fegato subisce  una serie di  trasformazioni mediante le quali viene stocato sottoforma di glicogeno, quando i livelli di glucosio nel sangue scendono, il glucagone stimola il glicogeno ad essere riconvertito in glucosio mantenendo così valori adeguati di glicemia.

    Il fegato gioca un ruolo chiave anche nel metabolismo lipidico essendo il centro della sintesi degli acidi grassi, del colesterolo e di VLDL (lipoproteine a bassissima densità)12,13,14,15.

    Stoccaggio

    Il glicogeno (Gly)1 è una forma di deposito di glucosio che può essere mobilitato rapidamente. Si tratta di una polimero ramificato molto grande che che può essere scisso per produrre molecole di glucosio quando è necessaria energia.

    Le due sedi principali di accumulo di glicogeno sono fegato e muscolo scheletrico. La concentrazione di glicogeno è maggiore nel fegato rispetto ai muscoli (10% contro 2% in peso), ma viene stoccato più glicogeno nel muscolo scheletrico a causa della sua maggiore massa.

    Nel fegato, la sintesi e la degradazione del glicogeno sono regolate per mantenere la glicemia  necessaria a soddisfare le esigenze dell’organismo nel suo complesso mentre nel muscolo questi processi sono regolati al fine di soddisfare le esigenze energetiche del muscolo stesso18.

    Il fegato funge da zona di stoccaggio anche di alcune vitamine, quali A, D e B12 e di ferro.

    Funzione di detossificazione/metabolismo dei farmaci

    Il fegato è l’organo centrale di detossificazone di sostanze esogene ed endogene. Le sostanze idrosolubili vengono eliminate dai reni mentre le sostanze liposolubili vengono trasformate in sede epatica prima di essere eliminate. Nel fegato le biotrasformazioni possono portare non solo alla detossificazione, ma in certi casi si ha l’attivazione di alcune molecole (es. profarmaci). Il processo di detossificazione può essere diviso in più fasi: in una le sostanze lipofiliche sono coniugate con un gruppo reattivo che ne migliora la polarità molecolare (questa fase può essere sufficiente a rendere la sostanza idrofilica e facilitarne l’eliminazione renale). In un’altra i prodotti che si sono formati nella prime fase vengono coniugati con sostanze come l’acido glucuronico o con alcuni amino acidi al fine di creare molecole caratterizzate da una migliore idrofilicità che quindi possono essere escrete ancora meglio dal fegato nel lume intestinale mediante la secrezione di bile.

    Alcune molecole dannose per il nostro organismo che sono eliminate dal fegato sono l’alcol e l’ammonio. La degradazione dell’alcool prevede l’attivazione di enzimi alcool deidrogenasi che metabolizzano l’alcol ad acetaldeide e poi ad acido acetico che verrà successivamente integrato come acetil-CoA nel ciclo dell’acido citrico. L’assunzione di alcol per lunghi periodi e ad alte dosi può costituire un serio danno per l’organismo infatti questa sostanza è in grado di indurre la sintesi di un sottotipo di citocromo (CYP2E1) che rilascia specie reattive dell’ossigeno contribuendo così allo stress ossidativo inoltre, se il fegato non riesce a smaltire l’eccesso di etanolo, riverserà in circolo l’acetaldeide che risulta essere una sostanza altamente tossica per l’intero organismo.

    Dalla degradazione delle proteine e dell’urea si forma l’ammonio. Il fegato produce e metabolizza l’ammonio mediante due sistemi di detossificazione: il ciclo urea/ornitina e il ciclo di glutammato.

    Statistiche tossicità da farmaci

    Tramite la circolazione portale (che convoglia al fegato il sangue proveniente dal tratto gastro-intestinale) il fegato è costantemente esposto agli xenobiotici ingeriti e di conseguenza svolge un ruolo predominante nella biotrasformazione dei farmaci. Il danno epatico indotto da farmaci rappresenta fino al 7% di tutte le reazioni avverse che possono manifestarsi in seguito ad assunzione farmacologica; questo avviene perché i farmaci sono in grado di provocare danni diretti agli epatociti, ai dotti biliari e alle strutture vascolari e possono interferire con il flusso della bile. Le manifestazioni più comunemente riscontrate comprendono epatite, colestasi, steatosi, cirrosi, lesioni vascolari e neoplastiche e insufficienza epatica fulminante16,17.

    Va aggiunto che la tossicità da farmaci può essere aggravata da fattori quali malattie epatiche come la cirrosi nella quale si assiste a un cambiamenti nel flusso sanguigno e nella funzione epatica che alterano la disponibilità del farmaco e dall’età: l’invecchiamento porta in molti casi a un certo declino della funzione epatica che causa variazioni dal 25% al 35% nel flusso ematico del fegato, nella massa epatica e nel metabolismo del citocromo P450. Ci sono anche altri fattori che contribuiscono all’elevata incidenza di tossicità indotta da farmaco nei soggetti anziani, come riduzione della funzionalità renale, l’aumento della massa grassa che causa un’alterata biodisponibilità del farmaco, la diminuzione della massa magra corporea e la  politerapia; si è stimato che nella popolazione geriatrica dal 20% al 25% di tutti i casi di epatite sono indotti da farmaco, mentre per tutte le età l’incidenza varia dal 2% al 5% di tutte le ospedalizzazioni per ittero19.

    Attività epatoprotettiva di alcuni composti

    La Cicoria ha diverse proprietà tra cui quella di abbassare la glicemia, i lipidi, ridurre l’acido urico e ha anche un’attività epatoprotettiva. È accertato che la terapia con estratti di cicoria porta alla normalizzazione di alcune caratteristiche morfofunzionali del fegato (diminuisce le zone di necrosi e aumenta l’attività di sintesi proteica): in esperimenti in cui è stata indotta l’epatite con tetracloruro di carbonio si sono misurati i valori di alcuni enzimi epatici come l’aspartato transaminasi (AST), l’alanina transaminasi (ALT) e la fosfatasi alcalina (ALKP) rilevando che il loro aumento veniva  ridotto di molto se si somministravano estratti a base di cicoria indicando, non solo che i suoi composti sono in grado di migliorare la funzionalità epatica ma anche che la pianta presenta una potente attività anti-epatotossica comparabile a quella della Silimarina (forte epatoprotettore).

    In vitro si è osservata anche un’attività protettiva nei confronti del danno ossidativo a carico del DNA indotto da radicali liberi e l’inibizione è di tipo dose-dipendente 2,3,4,5,6.

    La Curcuma è in grado di prevenire il danno ossidativo grazie alle sue proprietà anti-ossidanti. Studi su animali in cui era stata indotta l’epatite hanno dimostrato l’effetto epatoprotettivo dell’estratto di questa radice: il preparato ha aumentato significativamente l’eliminazione della sostanza marker somministrata suggerendolo come trattamento per migliorare la funzionalità epatica grazie alla sua azione di rapida disintossicazione.

    La curcumina è un componente estratto dalle radici di Curcuma longa che presenta forti attività antiossidanti ed epatoprotettive. Ricerche hanno mostrato gli effetti benefici sugli epatociti che si manifestano con un aumento significativo dell’attività metabolica delle cellule e un miglioramento dello stress ossidativo. Altri studi hanno valutato gli effetti protettivi della Curcuma nel danno epatico indotto, misurando l’aspartato aminotransferasi (AST) e l’alanina aminotransferasi (ALT): entrambi i valori erano significativamente diminuiti nel gruppo che aveva assunto estratto di curcuma inoltre gli enzimi antiossidanti come la superossido dismutasi, la catalasi e il glutatione perossidasi erano notevolmente aumentati nel gruppo che aveva assunto estratto di curcuma indicando che l’estratto ha significativi effetti epatoprotettivi7,8,9,10.

    E’ stato dimostato anche l’effetto epatoprotettivo dell’estratto grezzo di Artemisia vulgaris, confermato dall’istopatologia del fegato che mostrava una migliore architettura epatica e una diminuzione delle zone di necrosi e ciò ha attestato in modo scientifico la validità di questa pianta già usata dalla tradizione popolare per i disturbi epatici11.

    Conclusioni

    Il fegato svolge molte funzioni nel nostro organismo essendo sede di sintesi, trasformazione, detossificazione e stoccaggio; è un organo costantemente esposto alle sostanze che introduciamo dall’esterno e la sua importanza nei processi di detossificazione è notevole. Mantenerlo in buono stato attraveso uno stile di vita corretto che eviti gli eccessi alimentari e l’eccessiva assunzione di alcolici è importante ma molto spesso non è sufficiente per altri fattori indipendenti dalla nostra volontà, basti pensare alla terapia farmacologica che si deve affrontare in seguito a una patologia; tanto maggiore saranno i farmaci necessari e tanto maggiore sarà il sovraccarico epatico causato. Per supportare il fegato in questo eccesso di lavoro si può agire con una strategia naturale usando erbe di provata efficacia come cicoria, curcuma, e artemisia che sono in grado di proteggere il fegato e di migliorane le eventuali zone lesionate.

    Melcalin Epadox contiene estratti di cicoria, curcuma e artemisia che come visto, hanno provata efficacia nel migliorare i parametri biochimici oltre ad avere un’ottima azione antiossidante2,3,4,5,6. Cicoria e curcuma sono utili per migliorare lo stress ossidativo avendo entrambe un’attività antiossidante, l’artemisia di cui già la tradizione ne conosceva e ne sfruttava le proprietà epatoprotettrici, ha dimostrato anche dopo studi clinici la sua capacità di migliorare l’architettura epatica e di ridurre le zone di necrosi11.

    Gli estratti di Citrus sinensis, Cnicus Benedictus e di Melissa Officinalis concorrono a  migliorano l’azione del preparato aumentandone l’efficacia antiossidante20,21,22,23,24.

    La somministrazione prevede 30 gtt di Epadox diluite in una bottiglietta d’acqua da mezzo litro, a cui si consiglia di aggiungere anche 30 gtt di Rendox da bere durante la mattinata in modo da favorire un miglior drenaggio.

    Bibliografia

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    Hepatoprotective properties of plant extracts   Protezione epatica e miglioramento strutturale: Melcalin Epadox                      

    Autore

    Dario Boschiero, Laura Converso

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